
La 10 lire italiana resta ancora oggi, ad oltre 20 anni di distanza dalla dismissione della vecchia valuta nostrana una delle emissioni di maggior importanza dal punto di vista storico, ma spicca anche tra le vecchie monete italiane come una delle più differenziate e che hanno cambiato “valore” ed impatto nel corso del tempo.
Storia della 10 lire
Quasi tutti coloro che hanno almeno 30 o più anni probabilmente avranno qualche forma di ricordo in termini di memoria della 10 lire con la Spiga, emissione che ha avuto una enorme diffusione per circa mezzo secolo, diventando uno dei simboli del vecchio conio italiano, anche se è stata davvero impiegata solo entro i primi anni 90.

Ritornando indietro nel tempo la 10 lire ha visto valori effettivi molto più importanti rispetto alla moneta dal valore modesto che ha acquisito nella seconda metà del 20° secolo: costituita infatti inizialmente in esemplari in oro, 10 lire identificavano emissioni impiegate raramente dalla “classe media” men che meno quella meno abbiente.
Solo con il 20° secolo la 10 lire è stata maggiormente diffusa diventando una vera e propria tradizionale emissione con il secondo dopoguerra, anche a causa della perdita di valore della valuta che ha portato un cambio radicale negli esemplari. Nel corso del secolo scorso gli esemplari da 10 lire si sono configurati in due tipologie.
10 lire
Queste due monete hanno subito vari cambi estetici ma anche nel tipo di metallo impiegato: dopo oro ed argento sono state infatti impiegate forme di leghe come l’Italma, basata sull’alluminio. Questa lega è stata impiegata per entrambe le versioni “recenti” come la 10 lire Pegaso (chiamata anche Ulivo oppure Olivo) e la successiva e più longeva con la spiga.

La 10 lire con Pegaso, il cavallo alato sono sicuramente tra le varianti più ricercate ed al tempo stesso amate del contesto numismatico recente italiano anche perchè sono nettamente più rare di quelle arrivate dopo. Concepite nell’immediato secondo dopoguerra, ovvero dal 1946 fino al 1950, sono come detto concepite in Italma
La loro diffusione ovviamente non è terminata immediatamente, il secondo dopo di esemplare con le Spighe è arrivata però dal 1951 ed in pochi anni ne ha preso il posto. Almeno fino alla mettà degli anni 60 entrambe le emissioni hanno coesistito allo stesso modo diventando sicuramente molto comuni, come monete dal valore “medio”.
Moneta con il Pegaso: valore
Emessa come detto per pochi anni, è abbasanza facile da trovare negli anni compresi dal 1948 al 1950, il 1948 vede già la potenziale capacità di vendere un esemplare di questi ad una somma compresa tra i 30 ed i 150 euro, a seconda delle condizioni di conservazione, dal “buono” fino al Fior di Conio (pari ad una moneta nuova).

Ancora più interessanti sono gli esemplari degli anni precedenti, nello specifico quelli coniati nel 1946 e 1947, a causa di maggiori complicazioni dovute al contesto produttivo ancora molto limitato dopo il secondo conflitto mondiale. I pezzi del 1946 possono valere da circa un centinaio di euro di valore fino a oltre 700 euro se in condizioni Fior di Conio.
Rarissimi sono i pezzi del 1947, per ragioni sconosciute in questo anno particolare risultano essere stati creati solo 12 mila unità , molto poche in relazione alla portata di altri anni, anche per i tempi. Questo ha portato il valore ad essere concepito tra i circa 1000 euro per uno in buono stato fino a oltre 4000 euro se in Fior di Conio.
10 lire con la Spiga: valore
Dal 1951 fino al 2000 (seppur con una “pausa” di circa un decennio, tra gli anni 50 e 60) è stata concepita la versione, sempre in Italma, della seconda edizione della 10 lire, corrispondente probabilmene alla più riconoscibile, ancora oggi. Le spighe sono presenti infatti sulla parte frontale della moneta, il retro vede la presenza di un aratro, elemento indispensabile per la coltivazione.

E’ una moneta molto meno rara della versione precedente ma non mancano pezzi interessanti, in particolare quelli più vecchi: attenzione perchè molti degli anni 50 possono essere falsi, ciò si identifica in caso di metallo troppo tenero. Il valore medio per un esemplare tra il 1951 al 1956 risulta essere tra i 15 ed i 100 euro come valutazione massima.
Presenti e riconosciuti vari errori di conio, il più importante è databile 1991: in questo anno particolare infatti sono state concepite alcune centinaia che presentano una particolarità , evidenziata dalla sezione del retro, ovvero quella con l’aratro, che risulta essere completamente capovolta, quindi rovesciata. In questo caso il valore corrisponde ad una valutazione tra i 40 ed i 150 euro.